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5 ALBUM DA ASCOLTARE ALMENO UNA VOLTA | INTERLUDE-NOVEMBRE

  • dariobriganti2
  • 14 nov 2021
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 23 nov 2021

Ogni disco trasmette all'ascoltatore sensazioni diverse in base ai momenti che sta vivendo e alle situazioni che sta affrontando. Il bello della musica è proprio la possibilità di cogliere da essa diversi significati e di accompagnarci nei vari momenti della nostra vita nel modo in cui noi preferiamo. Ecco 5 album consigliati per il mese di novembre che, a mio parere, dovremmo possedere tutti nella nostra libreria musicale. In questa lista ho scelto: due classici, due dischi meno conosciuti e una nuova uscita.



1.UNKNOWN PLEASURES - JOY DIVISION (1979)


Cosa dire di Unknown Pleasures? Beh, innanzitutto bisogna dire che se non hai mai sentito parlare di quest'album probabilmente o hai dei gusti musicali abbastanza rivedibili o sei un fanboy dei Queen.

Il disco rappresenta uno dei progetti più rivoluzionari e emblematici del movimento post-punk che prese vita verso la fine degli anni 70'. Ci troviamo di fronte ad un progetto ricco di influenze hard rock, glam e punk ma che allo stesso tempo risulta avere un suono totalmente originale. Questa originalità viene messa in luce dalla genialità e l'oscurità dei testi di un visionario Ian Curtis e da una band che, seppur non dotatissima tecnicamente, riesce a mescolare tutte queste influenze con dei tempi di batteria quasi "Disco" del geniale Stephen Morris e l'utilizzo di un basso martellante e splendido.

Della tracklist c'è poco da dire : dieci pezzi, dieci capolavori. L'apertura con Disorder, che ti trascina totalmente nel mood del disco, è probabilmente una delle migliori opening track della storia. Impossibile non citare la "coverizzatissima" e magistrale New Dawn Fades , la toccante e struggente She's Lost Control ma anche Shadowplay non è da meno. Tutto il resto dei brani sono delle vere e proprie opere d'arte e rappresentano a sua volta una band con un concetto del tutto indipendente e alternativo.


2.THE VELVET UNDERGROUND & NICO - THE VELVET UNDERGROUND, NICO (1967)


In un anno fondamentale per la storia della musica come il 1967, nel quale stavano uscendo artisti del calibro dei Doors e Jimi Hendrix, viene pubblicato il primo album dei Velvet Underground in collaborazione con la cantante di origine tedesca Nico. Di questo disco, pietra miliare della musica rock sperimentale, spicca subito la famosa copertina con la banana realizzata da Andy Warhol, il quale sarà anche il produttore dell'album.

Stiamo parlando di uno dei dischi più importanti e visionari del XX secolo che possiamo definire precursore di generi determinanti come il punk e la new wave.

Il disco prende sicuramente spunto per certi versi dal garage di inizio anni 60', i suoni di chitarra ricordano molto i kinks, ma anche da un certo tipo di folk che molti artisti stavano riportando in voga quell'anno (il primo Bowie ad esempio).

Nonostante queste influenze, l'album ha un suono totalmente sperimentale e ci troviamo di fronte a brani con una sezione ritmica totalmente innovativa quanto geniale.

A fare di questo disco un cult, oltre ai testi dell'artista più influente e importante di sempre quale Lou Reed, va sottolineata anche la presenza di un John Cale al massimo splendore e la voce malinconica e per certi versi gotica di Nico.

Oltre alla famosissima Sunday Morning, l'album è ricco di capolavori : da pezzi totalmente sperimentali come la stupenda Heroin, The Black Angel's Death Song e European Son a brani più apparentemente leggeri come le ballate di Femme Fatale o I'll Be Your Mirror (quest'ultimo una delle migliori dichiarazioni d'amore mai state scritte).


3.FREE NATIONALS - FREE NATIONALS (2019)


Per chi non li conoscesse, i Free Nationals sono un gruppo di musicisti principalmente r&b che ha esordito con il loro primo progetto omonimo nel 2019. Il disco vanta la presenza di nomi di spicco della nuova scena r&b come Daniel Caesar, Anderson .Paak e Syd ma anche quella di figure storiche della scena rap come Westside Gunn, T.I. e la partecipazione dell'immortale Mac Miller.

Ci troviamo di fronte ad un album abbastanza scorrevole che alterna pezzi puramente synth e rhythm and blues a tracce anche per certi versi molto hip-hop, grazie ad un discreto uso di rullante e cassa molto Boom Bap.

Da sottolineare le tracce Time e On Sight che sono senza dubbio i brani più riusciti del disco perché riescono al meglio a miscelare i generi citati prima dando come risultato un sound per niente scontato e del tutto piacevole.

Il loro primo album dimostra quindi già una certa maturità artistica ed il tutto è accompagnato da una produzione di livello altissimo.

Un progetto che reputo tra le migliori uscite del 2019 e che vale la pena ascoltare anche solo per la presenza postuma di Mac Miller.


4.FEAR IS ON OUR SIDE - I LOVE YOU BUT I'VE CHOSEN DARKNESS (2006)


Fear Is On Our Side è il primo album in studio della band Texana I Love You But I've Chosen Darkness e viene rilasciato il 7 marzo del 2006.

Come si evince dal nome, stiamo parlando di un gruppo con forti sfumature dark e gothic e questo loro primo disco ne è la rappresentazione più evidente.

Ci troviamo sicuramente davanti ad un progetto che a livello di innovazione ha poco o nulla però allo stesso tempo risulta essere un lavoro di grande spessore e soprattuto arrangiato benissimo.

Suonato magistralmente e profondamente ispirato, Fear Is On Our Side è un progetto a mio parere chiave per quel periodo revival (anche se uscito con un pò di ritardo) caratteristico di inizio millennio.

Tutti gli elementi del disco riescono ad unirsi alla perfezione creando un atmosfera malinconica ed oscura: Dalla copertina minimale ed esplicita passando per i martellanti riff di Edward Robert fino ad arrivare alla splendida chiusura con If It Was Me.

La traccia più riuscita del disco è senza dubbio According To Plan, un brano che spicca per la sua forza e genialità che attraverso questo tempo di batteria rapido e l'incalzante arrangiamento di chitarra ricorda indubbiamente gruppi come gli Joy Divison, New Order e i The Sound.

Ci sono molte altre tracce di rilievo come le malinconiche At Last Is All e Last Ride Together e anche pezzi più riempitivi ma che comunque non perdono niente a livelli di suono e di atmosfera.


5. IF I CAN'T HAVE LOVE, I WANT POWER - HALSEY (2021)


Concludo questo articolo con una nuova uscita che, nonostante fossi a conoscenza del vero valore dell'artista in questione, mi ha piacevolmente stupito. Sto parlando del quarto ed ultimo album di Halsey, If I Can't Have Love, I Want Power. Dopo l'uscita del tanto criticato ma vendutissimo Manic , la cantante statunitense decide di affidarsi a dei pilastri come i Nine Inch Nails per la produzione del nuovo disco e probabilmente di dire addio alle enormi vendite che il progetto precedente le aveva portato. Questo perché ci troviamo di fronte ad un album che si distacca totalmente dal tipo di musica con la quale Halsey si era formata la sua fanbase.

Già come in qualche sporadico spezzone di Manic iniziamo a trovare molte sfumature punk, indubbiamente sentite e risentite, ma che in un periodo di vuotezza musicale come quello nel quale stiamo vivendo risultano essere come aria fresca dopo anni di galera.

L'album ha un sound che va per certi versi contro un determinato tipo di pop mainstream ma che comunque non è assolutamente sperimentale: si passa da pezzi puramente punk e a tratti dark a delle interessanti sfumature anche hip-hop nella quale Halsey sembra non sfigurare per nulla. Non mancano pezzi musicalmente meno ricercarti e arrangiati in maniera semplice, come Darling per esempio, ma che sono "sporcati" da dei testi tutto tranne che scontati di un artista consapevole della sua crescita personale e che si sente quasi in dovere di toccare argomenti di un certo livello come i diritti per l'infanzia e delle donne.

Anche la stessa copertina che celebra i corpi in gravidanza e nella fase post- parto come qualcosa da ammirare (seno scoperto, trono e neonato in grembo), rappresenta la maturità artistica e mentale di Halsey.

Insomma possiamo affermare che a questo giro la cantante statunitense ha deciso di portare più un messaggio e una ricercatezza discreta del suono (fondamentale il ruolo dei Nine Inch Nails) piuttosto che adattarsi a degli standard che il suo genere di base gli impone.


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