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channel orange di frank oceaN:ECCO PERCHè è UNO DEI MIGLIORI PROGETTI DEL XXI SECOLO

  • dariobriganti2
  • 29 gen 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Il 10 Luglio 2012 viene pubblicato sotto l'etichetta Def Jam il primo album in studio dell'artista afroamericano Christopher Breaux, conosciuto al grande pubblico con il nome di Frank Ocean, intitolato Channel Orange. Il cantante californiano, già noto per essere un membro del collettivo Hip-Hop Odd Future, sbarca finalmente sul mercato musicale con un disco vero e proprio dopo il più che ben riuscito mixtape, Nostalgia Ultra. Già in questo mixtape Ocean aveva fatto intravedere di avere un modo differente di concepire la musica, mischiando influenze Soul, Pop ed Hip- Hop, con il risultato di portare al grande pubblico una concezione musicale totalmente fresca ed alternativa. Il tutto poi conciliato da una capacità di estensione vocale decisamente sopra la media e differente dalla maggior parte dei timbri che andavano molto forte al tempo.

Con questo Channel Orange però Frank Ocean realizzerà quello che per me risulterà nel tempo come uno dei concept album più geniali ed influenti degli anni duemila. Un album che supera qualsiasi concetto di genere e che dimostra come il sig.Breaux avesse un idea totalmente libera di fare musica.


UN DISCO CHE VA OLTRE L'R&B

Ocean prima dell'uscita del disco, anche per i suoi precedenti lavori, era catalogato nella categoria di artisti del nuovo R&B che tanto si stava diffondendo all'inizio del secondo decennio del XXI secolo. E ciò ovviamente aveva fatto presumere che anche questo nuovo progetto potesse avere un impronta per lo più new wave Soul contaminata da qualche sprazzo Rap che lo aveva contraddistinto nei lavori precedenti.

Ma subito dal primo ascolto si percepisce come in realtà il disco abbia una visione decisamente più ampia e libera.

L'album si presenta con un concept chiaro e preciso: il canale televisivo. Inizia con lo skit intitolato Start e chiude con quello intitolato End, i quali poi non saranno gli unici all'interno del disco. Anche a livello di collaborazioni possiamo evincere che il progetto abbia più una visione personale e che comunque voglia spaziare su più fronti di suono: la presenza di un musicista di livello come John Mayer, un rapper "grezzo" come Earl Sweatshirt e una leggenda come André 3k dimostrano esattamente ciò che intendevo dire prima. E la cosa ancora più interessante è che le stesse collaborazioni escono per certi versi dalle loro zone di confort: il pezzo con André degli Outkast chiamato Pink Matter è un brano che a livello musicale si distacca dal Rap vecchia scuola di 3k ed abbraccia una concezione quasi Gospel.


Featuring a parte, tutto il resto del progetto varia alla perfezione in tantissimi generi accomunati tutti da una voce angelica ed una voglia di fare musica per certi versi anche "indipendente". Il disco, nonostante sia stato molto mainstream a livello di vendite, ha pochissimi brani che approcciano un tipo di musicalità da classifica. Anche i brani più da radio come Lost o Thinkin Bout You sono canzoni con un sound fresco e parecchio distante da ciò che dominava le vendite al tempo.

Levando quindi queste piccole ma geniali eccezioni, il resto dell'album contiene dei pezzi che rompono completamente il concetto di genere: Sweet Life e Sierra Leone hanno delle sonorità Jazz latine; Monks e Crack Rock invece sono un miscuglio di influenze Jazz, Funky e Soul da brividi; mentre brani come Bad Religion o Forrest Gump vanno a toccare addirittura sonorità prettamente Gospel.

Il vero brano però che fa da punto cardine di tutto l'album e che rappresenta il vero capolavoro del disco è senza dubbio Pyramids. Un vero e proprio viaggio musicale dalla durata di ben 9 minuti che apre con un pregiatissimo Synth-Funk per poi chiudere con una seconda parte totalmente Ambient che coincide con la direzione lirica che l'artista ha scelto per il pezzo. Inoltre una delle tante curiosità del pezzo è che la scala di note della prima parte del brano va a formare una vera e propria piramide di suono in coincidenza con il nome della canzone.


UN progetto che rimarrà nel tempo


Nonostante la miriade di lavori e artisti che sono usciti dagli anni duemila in poi (ma anche il secondo disco in studio dello stesso Ocean intitolato Blonde), credo che nessun progetto sia stato cosi perfettamente suonato e musicalmente ispirato. Un disco che, sempre secondo la mia opinione, non ha mai ricevuto la vera riconoscenza che si meriterebbe per come ha cambiato radicalmente la concezione di musica alternativa ed influenzato in maniera notevole quasi tutti gli artisti successivi che volevano intraprendere questo tipo di sonorità.

Ovviamente non intendo dire che sia il "Vade Mecum" musicale di un secolo ma che sicuramente sia uno dei dischi mainstream prodotto con una reale voglia di fare musica.

Channel Orange rappresenterà poi il trampolino di lancio per Frank Ocean che da lì in poi rilascerà pochi progetti ma che rimarranno per sempre impressi nella musica del nuovo millennio.

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