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Kanye west-donda | recensione

  • dariobriganti2
  • 4 nov 2021
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 25 gen 2022

"Universal put my album out without my approval"
( "Universal ha pubblicato il mio album senza il mio consenso" )

Queste le parole pubblicate sui profili social dal rapper di Chicago qualche ora dopo il rilascio "a sorpresa" del suo decimo album in studio "Donda".

Se questa faccenda sia veritiera o meno non ne siamo a conoscenza ma senza dubbio sappiamo che l'album è di dominio pubblico e ha già lasciato un segno significativo nella discografia del rapper statunitense.

Attraverso svariati listening party e numerose indiscrezioni,"Ye" ci aveva già anticipato svariate tracce presenti nell'album (Praise God, No child Left Behind etc) facendoci da subito intuire in che direzione potesse dirigersi questo suo nuovo e lungo progetto.



PUNA PLAYLIST CHE UN ALBUM


Ci troviamo di fronte ad un disco dalla durata decisamente eccessiva (1 ora e 48 minuti) nonostante i pezzi in sé per sé non risultino per nulla stucchevoli. Questa caratteristica però si farà risentire verso la fine dell'album dove molte tracce risulteranno "di troppo" (ad esempio le varie pt.2 ) e ciò darà anche meno identità al disco che risulterà più come una "raccolta di tracce" piuttosto che un album con capo e coda.

Il disco sia apre con Donda Chant, un apparentemente criptico e particolare skit nel quale viene ripetuto sessanta volte il nome di Donda West, madre del rapper, ricalcando il battito cardiaco di quest'ultima prima del decesso.

A seguire questo inaspettato e spiazzante inizio troviamo la vera e propria traccia di apertura ovvero Jail con il ritorno tanto chiacchierato di Jay-Z. Un opening track degna di essere chiamata tale caratterizzata da dei bassi molto marcati e da un forte uso del Voice Pitch nella strofa di Kanye.


"This might be the return of the Throne" (Jay-Z -Jail)
( "Questo potrebbe essere il ritorno del Trono" )

Possiamo dire che Jail da inizio anche ad una prima metà di Donda nel quale è presente una forte influenza Trap e Drill come si evince anche da sound più hard e "sporchi", vedi Junya o Praise God, e da sonorità più puramente New Wave come in Off The Grid , Ok Ok e Jonah. A giustificare questo tipo di sound, in parte nuovo rispetto agli scorsi progetti di Ye,

va anche citata la presenza di diversi artisti come il tanto discusso Playboy Carti, con questi effetti di distorsioni vocali abbastanza rivedibili, oppure quella di un rispolverato Lil Yachty che comunque lascia al disco una strofa di un certo spessore. Da sottolineare anche i featuring di The Weeknd e Lil Baby in Hurricane, quello che poi risulterà uno dei pezzi più di successo del disco grazie a un sound di livello magistrale.

La traccia che però spezza in maniera significativa Donda per quanto riguarda le sonorità è Belive What I Say, pezzo R&b che da il via alla seconda metà dell'album.

Da qui in poi inizia una serie altanelante di bei pezzi e altri che invece non hanno un vero motivo di essere nel disco.

Rimangono piacevoli tutte le canzoni con sfumature Gospel come Come To Life, Lord I Need You e Pure Souls ma soprattuto 24 che per testo e composizione musicale è, a mio parere, uno dei pezzi più riusciti della discografia del rapper di Chicago.


"Yeah, know you're alive and God's not finished" (Kanye West-24)
( "So che sei vivo e Dio non è finito" )

Di importante valore anche la traccia Moon grazie alle strofe impeccabili di Kid Cudi e Don Toliver che, attraverso queste sonorità elettronica ambient, portano l'ascoltatore in "un altra dimensione"(o meglio sulla luna per citare anche Cudi stesso).

Da questa seconda parte di Donda si evince anche un discreto ritorno di pezzi più Boom Bap come Keep My Spirit Alive e la lunghissima e toccante Jesus Lord con la partecipazione di una figura storica della scena Rap come Jay Electronica.

Come citato poco prima però, alcune tracce nonostante una produzione di altissimo livello risultano molto riempitive e non si capisce dove vogliano andare a parare. Esempio lampante di ciò sono sicuramente pezzi come la discutibile Remote Control che ha una delle melodie più deboli e senza criterio di tutta la carriera artistica di Kanye.


TRA FEDE, RIMPIANTI E DONDA


“And if I talk to Christ, can I bring my mother back to life?
And if I die tonight, will I see her in the afterlife? (Jesus)” (Kanye West-Jesus Lord)
( "E se parlassi con Cristo, potrei portare mia madre in vita?" )
( "E se morissi stanotte, la vedrò nell'aldilà?" )

Come nei recenti progetti solisti del sig.West (Jesus Is King ,Ye, The Life Of Pablo) il tema ricorrente e martellante è quello di questa sua profonda fede cristiana. Nonostante questo mantra sia meno evidente rispetto a Jesus Is King, esso è presente in tutte e ventisette le tracce del disco anche se con sfumature differenti. Kanye affronta e descrive a viso aperto i suoi dolori causati dalle perdite, Donda su tutti, e dai rimpianti per scelte sbagliate fatte in passato probabilmente causate anche dal suo disturbo di bipolarità che si è portato negli anni e che ha sempre contraddistinto la sua figura. Il tutto avvolto, ancora una volta, dal colore della fede che per l'artista ha un valore salvifico e liberatorio.

Da sottolineare la lunghissima e coinvolgente strofa di Jesus Lord nel quale Yeezy dimostra ancora a tutti (nel caso ce ne fosse bisogno) la penna straordinaria del quale è dotato. Un viaggio musicale che parte dalle riflessioni più personali dell'artista che poi si tramutano in uno storytelling nel quale Kanye crea un perfetto intreccio tra la fede e l'amara realtà delle situazioni familiari nei quartieri più popolari. La scelta di utilizzare questo tipo di racconto come spunto di riflessione per sé stesso e per l'ascoltatore risulta essere una delle cose più elaborate e riuscite di Donda.

Di certo non possiamo dire che a livello lirico Yeezus abbia sorpreso le nostre aspettative ma perlomeno ha deciso di essere leggermente più autocritico e di mettersi a nudo mostrando le sue debolezze e fragilità che lo portano al livello degli altri esseri umani (forse).



KANYE È SEMPRE KANYE


Sì, perché nonostante questo Donda abbia diversi punti negativi (mancata identità, tracklist confusionaria ed eccessiva) è comunque un progetto di un livello sopra la media rispetto a qualsiasi cosa stia uscendo nella scena hip-hop e non (quella solita solfa dell'ultimo disco di Drake per citarne uno).

Yeezy dimostra ancora una volta le sue immense capacità di scrittura abbinate a tematiche che, seppur ormai molto ripetitive, rappresentano a pieno il suo carattere distintivo.

Questo Donda non sarà, per ora, una pietra miliare come My Beautiful Dark Twisted Fantasy o Graduation ma senza dubbio rimane un progetto per certi versi innovativo e che esalta per l'ennesima volta la figura di West come quella di una delle più importanti e influenti del XXI secolo.


Voto: 8/10

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