L'IMPORTANZA DELLE VOCI FEMMINILI NELLA MUSICA: LE METTIAMO TROPPO DA PARTE?
- dariobriganti2
- 25 gen 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Molto spesso quando dobbiamo associare un determinato periodo musicale ad uno o più artisti ci vengono sempre i mente i più grandi pilastri maschili di ogni decennio: basti pensare ad Elvis per il Rockabilly, i Beatles per il Pop, Hendrix per i virtuosismi di chitarra e tanti altri.
Molti di questi casi però, e la genialità affibbiata ad Elvis ne è un esempio, non rispecchiano realmente l'essenza di un movimento o di un genere. Ed è proprio in queste situazioni che l'essenza femminile sembra essere bistrattata o comunque messa in secondo piano.
Mi vien difficile pensare che la maggior parte dell'utenza musicale media possa associare determinati generi a voci come quella di Joplin, Patti Smith o Grace Slick.
E questo forse è anche dovuto dall'impronta per certi versi maschilista che l'industria e il mercato musicale ha sempre avuto e che tuttora, anche se meno, persiste. Con questa premessa non voglio assolutamente mettere in discussione il ruolo fondamentale che le voci maschili hanno avuto nella storia della musica e che io adoro ma semplicemente mettere in evidenza come molto spesso le voci femminili non hanno ottenuto la vera riconoscenza che meritavano.
In questo articolo proverò a fare delle riflessioni su questo argomento concentrandomi sulle cantanti donne che più mi hanno segnato nel mio iter da ascoltatore musicale.

La storia
Per parlare di donne che hanno fatto o comunque segnato radicalmente la storia della musica voglio partire dall'artista che vedete nell'immagine sovrastante: Janis Joplin. Certo a livello cronologico prima di lei è impossibile non nominare figure fondamentali della musica soul nera come Nina Simone, Roberta Flack o Aretha Franklin e che sono tuttora considerate tra le voci più belle di sempre. Nella mia libreria musicale però Janis rappresenta meglio il mio modo di concepire la musica.
Janis Joplin è stata una vera e propria icona sia dal punto di vista musicale che a livello culturale riuscendosi ad affermare come una dei pilastri del Rock psichedelico e del movimento Hippie al pari di figure come Hendrix, i Doors ed i Cream. La voce tagliente e persuasiva, la sua immensa capacità di stare sul palco, Woodstock ed il concetto di "spirito libero" sono state le caratteristiche fondamentali che hanno reso il personaggio di Janis leggendario ma soprattuto hanno portato al grande pubblico un icona femminile che ha influenzato musicalmente le generazioni future. La cantante statunitense rappresenta il vero punto di rottura nell'industria musicale se parliamo di visibilità di una figura femminile e questo diciamo che si rispecchia soprattuto con il concetto di pace e libertà che il movimento Hippie di fine anni 60' proclamava e del quale Janis era un punto di riferimento.
Nonostante poi questa concezione di "Peace&Love" fosse del tutto estremizzata e che avesse molto spesso secondi fini, l'immaginario della figura di Janis rimane intoccabile.
Successivamente dai 70' agli 80' il ruolo dell'artista donna ha preso sicuramente più piede sia a livello di cantanti vere e proprie ma anche a livello concettuale. Ne è una dimostrazione lampante il famosissimo Glam Rock di inizio anni settanta dove il ruolo visivo dell'artista vestito in maniera femminile era di fortissimo impatto (i vari Bowie, New York Dolls, Lou Reed ne sono un esempio).
Tra Glam, Punk, proto e post Punk e la celebre disco dance anni 80' la voce femminile ha dato vita a un ventennio di innovazione, spensieratezza e pura arte contemporanea.
Per quanto riguarda gli anni settanta credo che la figura più di spicco sia senza dubbio Patti Smith. Capace di elevare il concetto di concepire la musica e rompendo qualsiasi idea di genere spaziando dal Hard Rock a delle sonorità più Punk passando anche per sprazzi dark o addirittura puramente Pop.
Gli anni 80' invece vedono sbarcare nell'industria musicale il fenomeno della disco dance sia a livello musicale che come stile di vita. Questo da sicuramente vita a numerosi talenti indiscussi nella scena femminile come Madonna, Donna Summer ma anche Debbie Harry (nonostante i Blondie avessero un impronta più Punk). Senza dubbio l'esaltazione della voce femminile fu un punto cardine di questo "filone" anche se venne inziato ad essere esaltato anche l'aspetto più "sessuale" della donna: l'immagine di una donna più provocante e rappresentata come una diva della notte erano due dei punti comuni della maggior parte delle popstar femminili dell'epoca.
VOCI ICONICHE E RAFFINATE: OGGI HANNO LA RILEVANZA CHE SI MERITANO?
Nonostante le numerose figure storiche nell'ambiente musicale citate prima, l'influenza delle voci femminili non è mai stata messa alla pari di quella delle iconiche figure maschili. Quando parlo di non riconoscenza delle voci non mi riferisco ad un aspetto qualitativo della voce in se bensì ad un punto di vista di collocamento nell'immaginario popolare comune. Per molte persone la voce femminile viene bistrattata anche perché considerata erroneamente come perdita di una certa virilità imposta da dei canoni tradizionalisti della società.
Fortunatamente però questa visione sta diventando pian piano sempre meno radicale e l'orecchio comune è più incline ad accettare la musica femminile con lo stesso valore di quella prodotta e cantata da un uomo.
Oggigiorno l'ambiente musicale da più rilevanza alla figura femminile e alla sua arte e ciò lo dimostra anche come le donne stiano andando molto forte in generi nelle quali prima erano considerate obsolete come l'Hip-Hop.
Una forte dimostrazione che il pubblico con il tempo abbia o per lo meno stia cercando di ampliare la propria concezione di musica.
Infine concludo lasciando 3 ascolti che io consiglio vivamente e che dimostrano l'importanza a livello di qualità e futura influenza della voce e musica femminile:
"I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama!" - Janis Joplin (1969)
"Horses" - Patti Smith (1975)
"Temporary Highs In The Violet Skies" - Snoh Aalegra (2021)
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